INSEGNARE CON IL MATERIALE AGLI ADULTI IMMIGRATI

Viviamo in una società multietnica, le nostre frontiere sono attraversate senza sosta da uomini e donne, giovani e bambini che dopo percorsi difficili e rischiosi cercano ospitalità nel nostro Paese. Sono migranti, che in modo spregiativo chiamiamo “extracomunitari”. Molti hanno dovuto abbandonare il loro Paese per motivi politici e hanno chiesto all’Italia lo status di rifugiato; dopo un lungo iter i più fortunati trovano un posto per dormire in strutture pubbliche o private finanziate dalla solidarietà sociale. Altri sono i figli minori, le mogli, i mariti, i fratelli, i genitori… di cittadini lavoratori dell’est-Europa, America Latina, Asia e Africa arrivati con il ricongiungimento familiare. Questi sono i miei studenti, e l’impatto è stato forte quando, sei anni fa, sono entrata in un corso di licenza media del 1° Centro Territoriale Permanente per l’Educazione degli Adulti “Nelson Mandela” all’Esquilino che, per definizione, è il quartiere multietnico della Capitale. Mi sono trovata per la prima volta a insegnare ad adulti dai 16 anni in su, provenienti da tutto il mondo. Adulti a 16 anni? Sì, un sedicenne arrivato in Italia nascosto nella cella frigorifera di un TIR o buttato in mare da un barcone al largo di Lampedusa è un adulto.
Una babele di lingue, tradizioni, culture, esperienze, colori, odori, religioni con livelli di scolarizzazione diversi: c’è chi non ha nessun titolo di studio e chi lo possiede ha svolto programmi differenti.
Solo diversità?
No. Tutti i miei studenti conoscono poco o nulla la lingua italiana e hanno una gran voglia di imparare.

Il metodo

Il metodo di Emma Castelnuovo, appreso all’epoca dell’università facendo tirocinio nelle sue classi, e per tanti anni utilizzato con ragazzi di 11-14 anni, si è rivelato estremamente efficace con gli adulti migranti.
Le esperienze realizzate con materiale semplice: bacchette, stuzzicadenti, grappette, spago, elastico,… suscitano curiosità, fanno toccare le proprietà delle figure e dei numeri, offrono uno stimolo per risolvere problemi legati alla realtà, migliorano le abilità espressive linguistiche, favoriscono la socializzazione. Un migrante da poco arrivato in Italia impara la matematica e l’italiano e il docente deve sempre ricordare che il legame fra queste due discipline è inscindibile. 

Il lavoro in classe

1. Costruzione di figure geometriche
Prendiamo delle bacchette di colori e misure diverse: verde 6cm, rossa 7cm, gialla 12cm e azzurra 15cm e proviamo ad agganciarle per formare un triangolo: ci accorgiamo che non sempre è possibile. Perchè?

Nel caso a sinistra le bacchette verde e rossa insieme non sono lunghe quanto quella blu:
6+7<15
Nel caso a destra, invece, la somma delle bacchette verde e gialla è
6+12>15
Esaminiamo questa semplice esperienza sotto l’aspetto matematico e linguistico.
In ambito matematico scopro che, se voglio costruire un triangolo, la somma di due lati deve essere sempre maggiore del terzo lato.
In ambito linguistico imparo i nomi dei colori, il nome dei segni maggiore “>”, minore “<” e tutte le parole utili all’esperienza: lato, triangolo, colore, il nome dei numeri…Ma che se ne fa un adulto straniero di tutto ciò?
Impara a comunicare: all’inizio sono solo le mani a muoversi e gli occhi a guardare, ma a poco a poco anche il linguaggio prende forma e inizia uno scambio di idee fra persone tanto diverse.Con spago, elastico e cartone costruiamo figure piane e solide dinamiche e l’osservazione di una figura vera, che si può rompere mentre la muovi, che viene tirata per metterne in evidenza le caratteristiche, mentre dici quello che stai facendo, facilita l’apprendimento della lingua e lo mette alla prova. Il linguaggio matematico esige delle regole ben precise nella costruzione delle frasi, delle definizioni, degli enunciati, difficilissimi per uno straniero: la manipolazione e l’osservazione del materiale insegnano a esprimersi in modo semplice ma coerente e via via sempre più rigoroso.Una testimonianza di questo graduale percorso verso l’integrazione sociale si trova nel filmato: le sequenze, centrate proprio sul ruolo del materiale nell’insegnamento della matematica, sono tratte dal documentario “Via dell’Esquilino” del 2005.

2. Le misure
In questa attività il materiale ce lo fornisce il contesto perché misuriamo l’aula nella quale facciamo lezione.
Si comincia con i passi e poi con il contare le mattonelle quadrate in lungo e in largo.

Si prende un foglio di carta millimetrata e si disegna un rettangolo che ha tante mattonelle di 1cm2disposte come le mattonelle dell’aula: 1cm corrisponde ai 20cm del lato delle mattonelle.
Ci chiediamo: quanto misura l’area?
Nella nostra scuola, antica, le aule sono enormi e l’area è 56m2. Qualcuno osserva: sarebbe un bell’appartamento!
Prendiamo spunto da questo per esaminare gli annunci immobiliari di un giornale e leggiamo un’inserzione: affittasi appartamento di superficie 56mq. La parola area diventa superficie e m2 si scrive mq.
È un modo per confrontare lessico di scuola e lessico di vita, cosa fondamentale per un adulto straniero. La lezione viene arricchita dagli studenti che riferiscono come nei loro Paesi si usino misure diverse, un po’ come nelle regioni italiane, dove esistono ancora misure locali per calcolare l’estensione dei terreni. Si crea un clima familiare, gli allievi si sentono più vicini ai luoghi di provenienza, raccontano con piacere le loro storie anche nell’ora di matematica.

3. Conoscere il territorio
Le finalità della scuola dell’obbligo sono principalmente: educare alla cittadinanza, conoscere e comprendere la realtà. Da qui ho preso spunto per realizzare nel 2006 il progetto “Roma una città tutta curve” nell’ambito dell’iniziativa Archimede in città del Comune di Roma. Abbiamo costruito in classe con cartoncino, puntine e spago alcune curve: circonferenza, ellisse e spirale e poi, con i colleghi di lettere e fotografia, siamo andati in giro con gli studenti a cercare queste curve nei monumenti del centro storico di Roma con macchina fotografica e manuali di storia dell’arte. A conclusione dell’attività, gli studenti hanno prodotto un opuscolo interessante: una guida turistica sui generis, perché invita a guardare Roma con gli occhi della matematica.
In molte classi della scuola italiana sono presenti studenti migranti, sono in difficoltà e creano problemi: con le nostre attività si impara la matematica, l’italiano, la costituzione italiana, la storia, la storia dell’arte, l’informatica, ma soprattutto si crea un clima di solidarietà, si educa al rispetto reciproco e all’inclusione sociale; in definitiva, lavorando con le mani e osservando la realtà da vicino si può anche costruire la pace.

 

*Da molti anni collabora con Emma Castelnuovo, sia come formatore in corsi di didattica sia nella stesura degli esercizi dei libri di testo di matematica per la scuola media. Dal 1973 insegna matematica e scienze alla scuola media e dal 2003 è in servizio presso il 1°CTP di Roma “Nelson Mandela”, dove insegna nei corsi di licenza media a studenti stranieri adulti provenienti da Paesi di tutto il mondo.

© Copyright Treccani www.treccani.it

Visite sito old: 884