Nuovo Pignone

Nuovo Pignone – Firenze

 

Feci un colloquio a Firenze al Nuovo Pignone, una delle più importanti società del mondo per la costruzione di grosse macchine per impianti petrolchimici che era stata assorbita dal gruppo ENI per opera di Enrico Mattei sollecitato da Giorgio La Pira, Sindaco di Firenze. L’Eni su indicazione dell’Istituto Tecnico mi mandò a chiamare per andare a fare un colloquio a Firenze verso i primi di novembre 1968. Tutto mi sembrò molto facile perché risposi perfettamente a tutte le domande, mi sentivo un privilegiato nel entrare a far parte di una società così importante. Il colloquio andò bene e mi assunsero i primi di Febbraio del ’69 in Sala Prove. Il mio Professore di Macchine ripeteva sempre queste parole:” Se avrete la fortuna di entrare immediatamente in queste grosse società che hanno fatto la storia del nostro Paese come l’Ansaldo, la Tosi, il Pignone o la Brown Boveri, dovrete far tesoro giorno per giorno di tutto quello che vedete e che sentite, dovete sempre rubare con gli occhi il lavoro degli altri, dovete chiedere il più possibile per apprendere sempre di più, ma fate attenzione a quello che chiedete e il modo con cui lo chiedete perché potreste dare l’impressione che siate completamente a digiuno sull’argomento e quindi perdereste la faccia perché la persona a cui avrete chiesto qualcosa che dovrebbe esser già stata di vostra conoscenza potrebbe subito giudicarvi un incompetente. Prima di chiedere quando si hanno dei dubbi bisogna sempre documentarsi il più possibili con libri, manuali, enciclopedie che si dovrebbero avere a disposizione.

Ricordo che “ai miei tempi” non c’era internet e tutte le informazioni si dovevano andare a cercare nelle enciclopedie e fu così che iniziai ad acquistare le enciclopedie della scienza e della tecnica e tante altre enciclopedie e libri particolareggiati che spiegavano i fenomeni della meccanica della chimica e che nei primi anni ho letto molto per “aggiungere molte piume alle mie ali per poter volare da solo” così continuava il motto del mio professore preferito l’Ingegner Pietro Lemmi che mi ha trasferito il suo amore per la meccanica, la termodinamica, e le macchine, pompe compressori e turbine a vapore in particolare che abbiamo studiato veramente bene quasi a livello ingegneristico. La mia storia di tecnico è praticamente cominciata lì con ore e ore dedicate al lavoro che mi piaceva sempre più e continuavo a fare esperienza tutti i giorni. Ho fatto un primo periodo di addestramento che è stato utilissimo. Mi mandarono infatti in tutti i reparti della società per una settimana e dopo un mese e mezzo sono entrato ufficialmente in sala prove pompe centrifughe come aiuto del responsabile con un fardello di nozioni molto interessanti che ho ricordato per tutta la vita. Questa prassi, che fa parte delle tradizioni di ogni società che ha molti anni di anzianità negli ultimi 30 anni si è completamente dimenticata e un impiegato viene introdotto immediatamente nel suo settore senza che conosca il “giro del fumo” si diceva ai miei tempi del lavoro, nel senso che ognuno dovrebbe conoscere tutta la trafila del lavoro per poter essere inserito e rendere al meglio suggerendo anche delle eventuali modifiche alle procedure per sveltire le cose.

Con questo periodo ho avuto modo di allacciare moltissime conoscenze che mi sono poi servite moltissimo per poter organizzare il mio lavoro al meglio senza intoppi, è stata proprio una bellissima opportunità che ho avuto. Pensate che ancor oggi mi ricordo tutte le persone che giornalmente contattai per poter imparare sempre più e rendere sempre meglio.

Durante le mia presenza a Firenze dove ho lavorato solo 18 mesi ho fatto (cedolino alla mano) oltre 1000 ore di straordinario che voleva dire altri sei mesi di lavoro effettivo, perché durante le ore di lavoro avevo da fare nella zona vasca per preparare e collaudare le pompe ma mi fermavo fino a tardi in quanto il lavoro di preparazione della documentazione di collaudo delle pompe era abbastanza laborioso ed ero incaricato oltre che di effettuare le prove delle pompe, di trovarne i difetti e farli riparare, di elaborare tutti i dati di prova e sottoporli al collaudatore del Cliente e fornirgli in breve tempo il Certificato di Collaudo.

La mia vita a Firenze poi era anche abbastanza interessante perché molte volte venivo invitato dal responsabile dell’Ufficio documentazione che prendeva anche in carico i Clienti per portarli a pranzo nel periodo in cui c’erano le prove, mi chiamava per portare i Clienti stranieri della Esso, Shell, Elf, Texaco a pranzo in quanto io stavo iniziando a parlare bene in inglese e francese e a lui faceva molto comodo che l’aiutassi in questo simpatico ma a volte pesante compito di accompagnare i clienti sia a Pranzo che a Cena e magari di Domenica a far visite culturali agli Uffizi oppure a Palazzo e Ponte Vecchio.(questo senza essere remunerato, ma a me piaceva perché il Pignone pagava il biglietto d’ingresso e questo mi spronava a leggere le varie guide e fare da Cicerone agli ospiti. Con i Clienti s’instaurava un ottimo rapporto ed a volte erano un po’ più comprensivi nell’accettare anche qualche piccola cosa che era fuori specifica.

Le Public Relations sono sempre state il mio forte, ho curato sempre questi momenti di relax.

Durante uno di questi momenti un collaudatore di una società con sede a Roma, nel mese di giugno 1970, mentre eravamo a pranzo assieme, dopo aver eseguito due collaudi di pompe centrifughe, mi fece la proposta di tornare a lavorare a Roma all’EUR per occupare una posizione importante in una Compagnia d’ingegneria della Capitale che aveva anche una sede a Milano ed una a Madrid.

Andai a Roma i primi di luglio per fare il colloquio per poter essere assunto. Le condizioni erano molto interessanti e così mi preparai a dare le dimissioni dal Pignone.

Vi dirò che nonostante andassi a guadagnare praticamente il doppio di quello che prendevo a Firenze consegnando la lettera delle dimissioni mi misi a piangere.

L’ing. Silvano Bellucci a cui consegnai la lettera, mi chiese come mai questo passo imprevisto ai loro occhi, e gli dissi che non avevo altra uscita perché avevo avuto una proposta “indecente” se paragonata con lo stipendio che guadagnavo a Firenze. Mi chiese se avessi voluto far trasferire la mia fidanzata a Firenze, visto che lavorava come ragioniera al Cost Control Department della  Esso Standard Italiana all’EUR e che le avrebbero trovato un bel posto anche a Firenze adeguato alle sue caratteristiche, gli dissi che sarei andato a Roma a parlarne in famiglia durante il week end. Poi il lunedì successivo gli comunicai che in famiglia c’era stata una grossa discussione e che i miei suoceri non erano d’accordo a far trasferire la figlia che non era ancora sposata ed era ancora minorenne a Firenze.  Fu così che l’ing. Bellucci mi ripeté la fatidica frase tipica toscana “ Tira più un pelo di f..a ,che una coppia di buoi”.

Alla fine di agosto, dopo aver lavorato tutto il mese facendo anche una quantità enorme di straordinari  lasciai la società che mi aveva forgiato per la vita insegnandomi veramente molto.

Il 1 settembre 1970 entrai a far parte della COMING –Compagnia d’Ingegneria Industriale con due funzioni, la prima che ero assunto nella sezione Meccanica ed in particolare nell’Ufficio Macchine che al momento aveva un responsabile serio e capace come Giuseppe Meliffi, assieme a me venne via dal Pignone un ragazzo un po’ più giovane di me Mauro Pellini che proveniva dall’Ufficio Vendite delle Pompe Centrifughe con il quale io avevo spesso a che fare perché lui, insieme ad altri suoi compagni “Gestori di Commessa”,  mi inviava giornalmente i collaudatori dei vari clienti al momento della prova presenziata. Noi avevamo un contatto giornaliero con il Commerciale e specialmente con loro. All’inizio del mese facevamo dei programmi con il Montaggio di cui era responsabile il Perito Edo Malacarne e i commessisti.

Il secondo incarico era quello di andare a fare molti collaudi in auxilio all’Ufficio Collaudi presieduto da quel signore che mi ha fatto la proposta a Firenze, Giovanni Fanfani, nulla a che vedere con Amintore il politico solo un caso di omonimia.

Il lavoro sia di sede che di trasferta era molto interessante e mi impegnava già molto. Questo mi fece pensare subito al Matrimonio perché io e la mia fidanzata avevamo già voglia di sposarci, tutto sembrava semplice e cominciammo a frequentare un corso per fidanzati e ci sposammo il 24 aprile 1971 dopo 8 mesi dal mio trasferimento a Roma.